How does it feel to be one of the beautiful people?
Ho scritto il primo post e mi sentivo soddisfatta, vedevo che c’erano nuove strade davanti a me, nuovi impegni, nuove possibilità. Ma soffro leggermente d’insonnia, e a volte capita di sentirmi più sveglia a mezzanotte e mezza che a mezzogiorno, allora mi sono messa a guardare delle foto che ho fatto a marzo durante in gita scolastica. E mi viene in mente una canzone appena vedo le foto di alcuni miei compagni di scuola. The beautiful people, Marilyn Manson. Ora, chi mi conosce sa che penso a mr Manson ogni secondo della mia vita, ma questa volta non è stato casuale. E’ il riflesso di come vedo la gente che mi circonda: ossessionata dal voler apparire, sfarzosa, che si mette in mostra, e che si crea un personaggio da finta GossipGirl criticando gli altri, offendendoli, e lottando con le unghie laccate Chanel e i denti sporchi di rossetto per essere di più. Per essere le suddette ‘beautiful people’. Ma in effetti come ci si sente a essere uno delle ‘belle persone’? Sì è più forti di altri perché si hanno più mezzi, e la forza si conta sulle magliette Abercrombie e sulle borse Vuitton. Perché la gente vuole apparireapparireapparire sembraresembraresembrare. Più hai, più sei, più avrai e sarai.
Ma sono solo questo? Non ci sono più i forti, la cui esistenza è giustificata dai deboli? Che fine hanno fatto gli oppressi e gli oppressori? Ci sono ma non si vedono. La dittatura da militare ora è diventata possessiva, ai fucili si sostituisce il denaro ma non è mica meglio di prima. E’ uguale, anzi, forse è peggio, perché prima i fucili te li puntavano mal che vada alle spalle, ora li nascondono proprio, li infognano dietro a un sorrisone e un bauletto di Gucci. E BOOM, HEADSHOOT. Ti eliminano, ti denigrano, scavalcano il tuo cadavere ancora caldo e vanno avanti, diventando sempre più beautiful e meno people.
D’altra parte non è colpa nostra se noi abbiamo sempre torto e loro sempre più ragione.
questo post, come probabilmente altri a seguire, nasce sulla base di una canzone. Io ragiono sempre per canzoni, in primis perché vivo con la musica costantemente su, e poi perché ciò che mi provoca emozioni mi resta dentro e non posso fare a meno di utilizzarlo come materiale primario per un’eventuale creazione: un racconto, una foto, un disegno. Per raccontarmi e raccontare.
some people believe in God, I believe in music: they pray, I turn on the radio.